Faust a Hiroshima

da un’idea di Riccardo Antonini scritto da Gianni Guardigli e Imogen Kusch

I temi sono davvero attualissimi, ma perché il Faust? Scoprite come è nato il progetto.


Durata

Atto Unico
90 minuti.

Musiche

S.Ferrari / A.Mieli / F.Landini – Cantante: Chiarastella

Anno Produzione

 2005/2007

Locandina

Remy Verbanaz

NOTE DI REGIA


Il progetto è nato in occasione della mostra realizzata dal Museo La Casa di Goethe di Roma, dedicata al capolavoro di J.W.Goethe, Il Faust. La leggenda del magro negromante che stabilisce un patto col diavolo e la sua evoluzione nella direzione dello scienziato moderno “inventore” sia delle tecnologie buone sia di quelle cattive che potrebbero portare alla distruzione dell’umanità, sono state lo spunto per la riflessione di Riccardo Antonini. Nel poema Faust, divenuto una sorta di contenitore archetipico, Antonini ha rintracciato un parallelo con la drammatica vicenda dello scienziato Joseph Rotblat, l’unico ad abbandonare Los Alamos nel dicembre 1944 per motivi morali, quando risultò chiaro che la Germania non avrebbe potuto dotarsi di armi nucleari ma anche le tappe del rapporto tra lo scienziato e quella che chiameremo “il lato oscuro della scienza” ovvero la scienza utilizzata per scopi distruttivi invece che per il miglioramento della condizione umana. 

Il musical “Faust a Hiroshima” trasporta  Rotblat nel 1944 a Los Alamos – il luogo segreto dove lavoravano gli scienziati del progetto Manhattan sotto la guida di Oppenheimer/Faust. Con le parole di Goethe, i sogni e gli incubi degli scienziati e la loro ossessione per la scienza tout court, la musica, le scene e i costumi di Klesidra Teatro, la regia di Imogen Kusch, lo spettacolo racconta il rifiuto di Rotblat di prendere parte all’orrore della guerra totale e la tragica conclusione: la distruzione di Hiroshima e Nagasaki.

J.W.Goethe, Faust I e II

Solo, nel suo studio gotico, lo scienziato Faust medita sulla inutilità di tutto il suo sapere.

Dopo il due prologhi, quello in Teatro e quello in Cielo, inizia così il capolavoro poetico e teatrale di Goethe, un’opera in versi di meravigliosa fluidità e gigantesche proporzioni (12.110 versi). Goethe si è occupato della sua “opera incommensurabile” per tutta la vita, dal 1775 al 1832 anno della sua morte, e sempre è tornato a scrivere, riscrivere o a modificare l’ordine delle scene, integrando la sua creazione con le indicazioni, preziosissime, per la messa in scena.

Sir Joseph Rotblat (4 novembre 1908 – 3 agosto 2005)

Fisico di origine polacca e in seguito naturalizzato britannico.

Durante la guerra, resosi conto della possibilità di una reazione a catena durante il processo di fissione dell’atomo allora appena scoperto, promosse attivamente l’idea della costruzione della bomba atomica, a Liverpool e poi a Los Alamos, nella paura che i nazisti potessero arrivare per primi ad averla.

Tuttavia è stato l’unico ad abbandonare Los Alamos nel dicembre 1944 per motivi morali, quando risultò chiaro che la Germania non avrebbe potuto dotarsi di armi nucleari.

E’ stato Professore di Fisica a Londra dal 1950 fino al 1976 e da allora Professore Emerito. E’ stato uno degli undici firmatari del Manifesto Einstein-Russel (preparato poco prima della morte di Einstein) sui rischi che derivavano all’umanità dall’esistenza delle armi nucleari. Inoltre è stato il primo Segretario Generale ed poi Presidente del Pugwash Conference on Science and World Affairs, movimento internazionale che originò dal Manifesto Einstein-Russel. Ha ricevuto il Premio Nobel per la pace 1995.


La canzone finale dello spettacolo è interamente ripresa del testo di Goethe tranne le due parole “Enola Gay” e “piloti”.

Lentamente i nani guidano
Enola Gay alla fonte di fuoco:
dalla più fonda gola ribolle
poi giù nell’abisso ripiomba.
Oscura vaneggia la bocca.
Risale la fiamma e riarde.
Divertito il Pilota
gode quella maraviglia
che qua e là sprizza una schiuma di perle.
Come ci si fa a fidare di un simile elemento?
Si curva per guardare a fondo.
Al nostro sguardo lo cela la mano…
E ora, ecco, una grande sciagura:
s’accende e risale, s’infiammano
corona, capo e petto.
In tormento si muta il diletto,
in soccorso si slancia il suo seguito
ma le fiamme nessun risparmiano.
Più le batti, più ti dimeni
più quelle fiamme divampano.
Ravvolta nell’elemento
tutta una frotta di maschere brucia.
O notte mai sempre fatale
quanta pena tu ci hai portato!
Il giorno che viene annuncerà
quel che nessuno udirà volentieri.
Per ogni dove odo gridare:
“E’ l’imperatore a soffrire così!”
Fosse tutt’altra la verità!
L’imperatore brucia! E il suo seguito!
Sia maledetto chi qui l’ha tratto
a truccarsi di frasche resinose,
a scatenarsi vociando
a rovinare tutti e tutto…
Gioventù, gioventù non saprai mai
dare una giusta misura alla gioia?
Maestà, maestà, non saprai mai
unire alla potenza la ragione?
Già il bosco è in preda alle fiamme:
su lingueggiano aguzze, lambiscono.
Ci minaccia un incendio universale.
E’ colma la misura della disperazione,
chi ci possa salvare non so.

I Personaggi


Joseph Rotblat – Steffan Boje
Generale Grooves/Mefistofele – Hossein Taheri
Oppenheimer/Faust – Fabrizio Parenti
Donna Sorda – Giorgia Basile
Scienziata – Silvia Mazzotta
Futurella – Francesca Olivi
Sig.ra Oppenheimer – Alessandra Roca
Scienziato – Aureliano Amedei

Collaboratori


Aiuto Regia: Manuela Ungaro
Assistente alla Regia: Marco Marrucci
Musiche Originali Composte: Andrea Mieli e Sergio Ferrari
Movimenti Scenici: Valerio Tambone
scende di LAND-I Archicolture
disegno
Luci: Giuseppe di Iorio
Fonico: Raniero
Terribili
costumi: Monica Raponi
Progetto Grafico: Remy Verbanaz
Foto di Scena: Roberta Vassallo

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